Review Party: “Rock & Soul” di Betty Nakaichi
Buongiorno Fenici, oggi partecipiamo al Review Party di “Rock & Soul” di Betty Nakaichi. buona lettura!
Ethan e Laura suonano la stessa canzone, con la stessa chitarra, sotto lo stesso cielo. Si sono già incontrati tre anni prima in un ospedale, ma oggi non si conoscono.
E si cercano, nonostante tutto. Ethan Reed, musicista ed ex leader dei Light Dam, scappa da una vita che
lui stesso ha contribuito a distruggere e, in esilio in Giappone, cerca di espiare colpe che lo stanno portando sempre più a fondo.
Laura, cameriera part time a Tokyo, ha trascorso gli ultimi anni cercando la voce di chi l’ha riportata in vita dopo un incidente spaventoso in cui ha quasi perso la vita.
Trascurando i propri sogni, si è annullata in una routine che non le appartiene, ma che spera la conduca all’uomo che sente di dover ringraziare.
E se la musica potesse aiutare entrambi e unire ciò che forse non è mai stato diviso?
Come le principesse delle favole, anche Laura è caduta in un lungo sonno.
Il suo principe non l’ha svegliata con un bacio, ma con la propria voce. Una canzone è tutto quello che lui le ha lasciato.
Lo stile è molto particolare. Il romanzo viene narrato al presente, e ho trovato questa scelta perfetta per il tipo di trama che vuole narrare, in cui la vicenda è piena di sfaccettature da scoprire.
La protagonista, infatti, ha perso pezzi di memoria e l’unica cosa che è riuscita a svegliarla dal coma, dopo un incidente, sono un riff di chitarra e una voce che le canta una canzone sconosciuta. Laura non conosce il ragazzo, ma questa voce e questa musica si imprimeranno nella sua mente e nel suo cuore. Trovarli diventerà la sua missione, l’unico scopo della sua vita, gli obiettivi che animavano la sua giovane esperienza in Giappone ormai dimenticati.
Quella stessa notte, ancora sveglio nel letto, Ethan l’aveva sentita suonare la chitarra.
Sempre la stessa canzone, ancora e ancora.
Laura non smetteva di cercarlo anche adesso che erano così vicini.
Quelle note lo avevano colpito come mille aghi, lacerandogli il cuore fino a togliergli il respiro.
Il legame che unisce Laura e Ethan nasce con quella canzone ripetuta ogni notte durante il coma e prosegue, senza saperlo, tramite una chitarra. Laura ne ha cercata e scovata una che riproducesse esattamente il suono dell’accompagnamento che lei ricorda, chitarra che, guarda caso, è esattamente quella che Ethan aveva venduto nel momento in cui lei si era svegliata.
È una storia molto romantica, e la narrazione al presente è in grado di generare una tensione altissima, incollandoci alle pagine per scoprire cosa succederà.
L’autrice non è giapponese (anche se cita oltre un decennio di permanenza), ma è chiaro come il romanzo trasudi una “personalità” orientale, a parte l’ambientazione, naturalmente. Non sono esperta di letteratura giapponese, quindi non fraintendete ciò che sto per dire. Ho avuto l’impressione che il personaggio di Laura ricalcasse atteggiamenti differenti dagli stereotipi che comunemente leggiamo nei romance. Comportamenti riflessivi e pacati, schivi. Una timidezza vista più spesso nei manga che non nella letteratura “girl power”. Non è il classico romance dove dopo tre minuti i ragazzi finiscono a letto insieme. È più rispettoso del corpo della donna o, meglio, del giudizio che una donna ha di sé; probabilmente anche più realistico.
Al chiaro di luna ha intravisto il suo tatuaggio, un tracciato cardiaco, un pentagramma musicale che veste la sua profonda cicatrice.
Ethan ha lasciato viaggiare i suoi polpastrelli su quella pelle, baciato la sua ferita all’apparenza rimarginata, ma ancora sanguinante nel profondo. Piccole gocce di sudore lungo la schiena, le gambe intrecciate, i loro corpi a ritmo perfetto, in sottofondo la musica dei loro cuori.
«Ethan…» Il suo nome sospirato con dolcezza da Laura nel buio di quella notte.
Ha bisogno di sentirlo ancora e ancora. Sente scalpitare dentro di sé l’impazienza di una angosciosa attesa prima di poterla rivedere, prima di riuscire a toccarla di nuovo.
La relazione tra Ethan e Laura, quindi, non nasce da subito; non c’è niente di scontato nell’incontrare uno sconosciuto, riconoscere l’uomo che si sta cercando da tempo, e far scattare meccanismi di attrazione e passione-amore. Laura è confusa per tutto quello che le sta succedendo, per il fatto che la sua memoria stia tornando lentamente, per lo scoprire che un amico aveva un ruolo molto diverso nella sua vita, e non è una scelta facile quella di innamorarsi di uno sconosciuto con il quale l’unico legame è un ricordo musicale, una sensazione dentro il proprio cuore.
Saremo in bilico tra credere che un ricordo sensoriale possa davvero nascondere l’amore, o che l’amore vero sia invece quello maturato prima dell’incidente, sopravvissuto nonostante la perdita di memoria e solo in attesa di essere risvegliato.
«Perché ti ho dimenticato?» domanda Laura con un filo di voce.
«Forse perché dovevi innamorarti di me una seconda volta» le risponde lui con un sorriso mesto.
Molto particolare lo stile, coinvolgente. Non è il tipo di stile intenso che ci aspettiamo, ma tiene agganciati alla vicenda che si vuole leggere tutta d’un fiato, per capire tutte le sfaccettature della storia. Pagina dopo pagina i segreti che la trama nasconde vengono svelati, ma allo stesso tempo vengono mostrate anche delle ulteriori briciole di pane, ulteriori teli da strappare via per portare alla luce altri risvolti della vicenda. Teli che verranno del tutto calati solo nell’ultima riga. Teli che, concorderemo, sarebbe meglio mantenere al loro posto. Segreti mantenuti a fin di bene.
Nel complesso, lo trovo un racconto dallo stile adorabile, umano e realistico, nelle sue frasi uscite male, ultimatum che non si intendeva esprimere, nella resa per stanchezza e non per debolezza, nell’innamoramento che confonde, nella lentezza degli approcci.
Se devo trovare un difetto, il finale è forse troppo veloce. Avrei voluto qualcosa in più di romantico, di sofferto, di faticoso da conquistare, e avrei voluto una presa di coscienza da parte di Laura. Una sua scelta, un’autocritica, un lavoro su se stessa tale da portarla a fare dei gesti voluti, anziché assecondare scelte di altri.
La vera particolarità di questo romanzo però è la musica, non intesa come canzoni ma come elemento dell’anima. Il ruolo della musica è centrale. È un vero e proprio personaggio che viene descritto e vissuto.
La musica è amica, custode di ricordi; è legame tra i due ragazzi anche quando sono lontani. Ho trovato molto efficace come la musica viene espressa attraverso gli strumenti, come viene riconosciuta, come viene personalizzata dai sentimenti che i due provano, sia nella loro individualità che nella loro unione.
Non le dice nulla, nessuna parola di scuse, nessun saluto. La prende con forza, la circonda con le braccia; la cassa di legno nera premuta contro il petto, Ethan ci mette poco per accordarla, nessun preliminare. Come se fosse una puttana buttata lì per fare il suo lavoro e soddisfare la sua voglia improvvisa: niente romanticismo, solo impeto e rabbia.
Le sue dita percorrono la tastiera, la sua mente non fa nessuno sforzo nel ricordare quel giro d’accordi. L’arpeggio iniziale lo colpisce in fondo allo stomaco, ogni nota riapre dentro di lui una ferita che pensava di aver ricucito. Per combattere il dolore, suona con più forza. D’altronde, lei gli sta facendo male e lui la sta ripagando con la stessa moneta.
Un “plus” che mi ha sorpresa sono le due canzoni abbinate al romanzo, che ho trovato su Youtube. Due ritmi differenti, due sonorità molto particolari e riconoscibili, due volti perfetti per i nostri personaggi.
Questo racconto è un gioiello.